Nonostante il difficile momento, il Coordinamento No Maxipolo Logistico ha manifestato, con due assemblee pubbliche in presenza e online, la contrarietà degli abitanti alla costruzione dei due nuovi stabilimenti di Amazon e di altri colossi degli acquisti telematici nei comuni di Roncade e Casale sul Sile in provincia di Treviso.
I progetti dei due insediamenti commerciali prevedono la costruzione di impianti di imballaggio delle merci e annessi centri logistici con edifici alti 25 metri (come palazzi di otto piani) per una superficie complessiva di 391 mila metri quadrati su un’area interessata di circa 70 ettari a ridosso dell’autostrada Venezia-Trieste.
Un’area di stabilimento già pesantemente sfruttata negli scorsi decenni con varie destinazioni, tra le quali una cava di argilla che cessata la produzione non sarebbe stata adeguatamente bonificata mettendo a rischio statico eventuali costruzioni in loco. Costruzioni che andrebbero inoltre ad aggravare le precarie condizioni della falda idrica e in particolare il fragile ecosistema del fiume Sile.
Per non parlare dell’aggravio del traffico che subirebbero le viabilità cittadine, già intasate dai mezzi pesanti delle aziende di spedizione.Un insediamento di tale impatto ambientale avrebbe potenzialità distributive dal Cadore alla Bassa Padovana e da Arzignano fino a Monfalcone attraverso i centri di smistamento diffusi;i colossi intendono liquidare qualsiasi questione presente e futura pagando, per mano dei proprietari terrieri dietro cui si nascondono, indennizzi di qualche milione di euro alle ansimanti casse dei Comuni che approveranno i progetti.Assistiamo poi alle solite promesse di nuovi posti di lavoro, sventolate di fronte alla popolazione; in un ambito, quello della logistica, già in lotta contro le pessime condizioni contrattuali proposte dai colossi dell’e-commerce; è proprio dello scorso 26 marzo lo sciopero che ha fatto sentire a chiare lettere la voce di lavoratrici e lavoratori del comparto.
I cittadini non staranno inermi a guardare i cantieri che devasteranno il loro territorio e attraverso il Coordinamento No Maxipolo, neo costituitosi in comitato assieme a Italia Nostra, Legambiente e i giovani di Fridays For Future, agiscono già da oggi in ogni sede per il ritiro del progetto a difesa delle loro condizioni di vita.
Rifondazione Comunista si batte da sempre contro il modello di sviluppo capitalistico che sfrutta l’ambiente ed i lavoratori. Va fermata la distruzione del Veneto, che negli ultimi anni è la prima regione per consumo di suolo. E’ fondamentale l’iniziativa del comitato e, come sempre nel rispetto dei movimenti di base, non mancherà il nostro sostegno, la nostra collaborazione e la nostra partecipazione alle iniziative di questa fondamentale lotta.
